Le foto di Famiglia

Perché sono così importanti le vostre foto di famiglia?

Le foto di quei momenti unici e preziosi come la gravidanza o la nascita di un bambino (e non solo del vostro matrimonio…)?

A chi non è capitato di aprire un vecchio cassetto e trovare le foto ingiallite dei vostri genitori ancora bambini, con i pantaloncini corti e i calzettoni fino alle ginocchia il primo giorno di scuola? O dei vostri nonni circondati dai vostri zii/zie assolutamente irriconoscibili?

Io le ricordo bene e anche quella emozione che provavo ogni volta che le tiravo fuori da quel cassetto della credenza di mia nonna, anche se ancora ero poco più che una bambina.

Queste foto non sono mai solo semplici fotografie, ma sono scrigni preziosi

della vostra storia, della storia della vostra famiglia. E hanno la grande capacità di riaccendere il ricordo, la memoria di chi ha vissuto quei momenti ma anche di far conoscere quel pezzo della vostra storia a chi ancora non c’era o non poteva ancora averne percezione.

Diversi studi hanno messo in luce come la vivacità dei dettagli svanisca nella memoria mentre viene mantenuta l’essenza dell’esperienza.

La qualità dei ricordi sbiadisce, si dissolve col tempo.

Cosa determina la riattivazione di un ricordo?

Feedback ambientali e il desiderio di rintracciare i fili della nostra memoria.

Tempo fa mi sono imbattuta in un articolo di Antonio Galdo in cui scriveva: “Il ricordo è storia, individuale, familiare e collettiva, ma in questo allungarsi verso le radici c’è anche il segreto della sua forza che ci trascina, in modo positivo, verso il futuro.

Gabriel García Márquez scriveva: «La vita non è quella vissuta, ma

quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla». 

Non fatevi ingannare dalle persone che provano ad allontanarvi dal passato, con le sue luci e con le sue ombre, e concedetevi invece la piacevole pausa per visitarlo. Senza rimpianti inutili, senza intrappolarvi nella constatazione banale della legge naturale del tempo che passa, senza spostare lo sguardo sempre e solo indietro. Coltivate, invece, il ricordo con naturalezza, senza sprecarlo, con e per il piacere di farlo.”

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